Dalla
Rivista "Risveglio Pentecostale"
- Anno 1948
N° 4 - Pag. 10
Qualche anno fa un
ministro denominazionale disse: «Se
i pentecostali, anziché passare il loro tempo a tartagliare
lavorassero e mandassero dei missionari in Cina o in
India, avremmo maggiore stima di loro».
Questaffermazione
è stata fatta solo per la completa ignoranza dei
fatti.
Il Movimento
Pentecostale è una delle più grandi
Organizzazioni Missionarie dei nostri giorni.
E la parola tartagliare
riferita alle lingue che parlano non è esatta perché
molti fratelli hanno parlato varie volte in lingue
conosciute da altre persone.
Feci la prima
esperienza di ciò mentre predicavo agli indiani del
Fisher River Reservation al Nord di Winnipeg.
Allimprovviso
presi a parlare in linguaggi e il mio interprete mi disse:
«Ci state parlando nella
nostra lingua incoraggiandoci a proseguire il corso»
Unaltra volta
predicavo nella mia chiesa, nella città di Toronto,
quando ancora una volta le mie labbra cominciarono a
parlare una lingua che non avevo studiato.
Questa
volta si trattava della lingua tedesca. Una signora,
cattolica romana, appena giunta dalla Germania,
testimoniò che le avevo parlato, nella sua lingua, del
prossimo ritorno del Signore.
Il terzo esempio è
ancora più glorioso.
Una
colta infermiera che abitava a Seattle, Washington, seppe
che sua sorella in Toronto frequentava la chiesa
pentecostale.
Essa fu molto turbata perché temeva per la sorella e
decise di venire a Toronto per investigare.
La
domenica mattina successiva al suo arrivo nella nostra
città, accompagnò la sorella al culto.
Mentre predicavo, cominciai a parlare una lingua
straniera come lo Spirito mi dava di esprimermi e quella
signora tornando a casa dal culto disse alla sorella: «Sono
contenta che frequenti la chiesa pentecostale. Quelle
persone sono istruite. Io ho compreso il messaggio
perché il pastore ha parlato una lingua scandinava».
Pochi anni fa tenevo
una conferenza biblica a Killam, Alberta, ed abitavo
a casa del fratello Morgan.
La
domenica mattina il mio ospite mi chiese di presiedere il
culto di famiglia. Recitai un salmo, poi tutti ci
inginocchiamo per pregare.
Mentre pregavo ad alta voce, cominciai a parlare in
lingue.
Quella
mattina, dopo che ebbi lasciato la casa del mio amico,
Michele, un giovane polacco, chiese al mio ospite quante
lingue parlavo.
Quando il fratello domandò perché egli desiderasse
saperlo, Michele rispose che mentre eravamo in preghiera
avevo pregato nella sua lingua.
Quanto è bello parlare in
altre lingue come lo Spirito dà ad esprimersi!
Sia ringraziato Iddio per
il segno delle lingue!
G. Ward
Pioniere e dottore della Pentecoste
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